SOGNI DI LIBERTÀ: UNA BOMBA SCOPPIA IN FABBRICA – L’EPISODIO 412 DI MARTEDÌ 7 OTTOBRE SU ANTENA 3: CRISTINA VENDE LE SUE AZIONI

Madrid, 7 Ottobre – Il destino della prestigiosa fabbrica dei De la Reina è appeso a un filo sottile, mentre il capitolo 412 di “Sogni di Libertà” promette colpi di scena che scuoteranno le fondamenta della dinastia. Il palco è la sala riunioni degli azionisti, un luogo solitamente solenne, ma che oggi pulsa di una tensione palpabile. Cristina de Garay, la donna che ha portato con sé un turbine di cambiamenti, varca la soglia, il suo viso un quadro di disagio. La prospettiva di diventare azionista la inquieta, un peso che fatica a portare.

Tasio, con la sua consueta diplomazia, cerca di rassicurarla: “Cristina, non preoccuparti. Mio padre sarà qui a momenti, sicuramente con Andrés.” Ma il destino ha in serbo un altro copione. Damián, la figura enigmatica e sempre all’erta, irrompe nella stanza con un saluto carico di formalità: “Andrés non verrà. Ha preferito lavorare a casa. Sia lui che Marta mi hanno chiesto di porgere a nome loro le congratulazioni alla nuova azionista. È un piacere averti tra noi, Cristina.” Un sorriso fugace illumina il volto di Cristina, una fragile concessione a un momento di tregua.

La riunione entra nel vivo. Tasio, con l’entusiasmo tipico di chi porta buone notizie, annuncia le novità della fabbrica. Damián, con un ghigno appena accennato, interviene: “Novità che, a mio avviso, sono estremamente positive, soprattutto per quanto riguarda i nostri clienti nordamericani.” La fabbrica sta per conquistare nuovi orizzonti, con accordi che promettono di estendere la vendita dei loro profumi, gli “anhelos de mujer”, fino in Turchia. Joaquín, con il fiato sospeso, commenta: “Dopo la delicata situazione economica che l’azienda ha attraversato, queste sono davvero ottime notizie.”


Ma le buone notizie non finiscono qui. Le opere di saponificazione sono in anticipo di una settimana, un segnale incoraggiante che la produzione del sapone tornerà presto sotto il loro tetto. “Un costo in meno per il prossimo trimestre,” osserva Joaquín, con un barlume di speranza negli occhi. Tasio, con orgoglio, aggiunge: “Con un po’ di fortuna, potremmo vedere i profitti prima della fine dell’anno.” Damián, rivolgendosi direttamente a Cristina, conclude: “Come vedi, qui le tue azioni saranno custodite con la massima cura. Tutto grazie a questo eccellente gruppo di dirigenti.”

Luis, il chimico dal cuore tormentato, interviene con una nota di cinismo: “Vedi, Cristina, questo ha poco a che fare con il laboratorio. Qui, in queste riunioni di azionisti, ciò che conta davvero è l’odore del denaro.” Tasio riprende il filo del discorso, introducendo un altro argomento cruciale: le vendite del profumo “Passione Nascosta”. Damián non si fa scappare l’occasione di sottolineare: “Prima che tu lo faccia, è doveroso ricordare che questo profumo è una creazione della signorina Ricarte.”

Cristina viene colpita da una duplice buona notizia: “La signorina Cristina oggi sarà di ottimo umore, perché le vendite sono aumentate!” Lei, visibilmente sorpresa, risponde con un semplice: “Ah, ne sono felice.” Damián, rivolgendosi a Tasio, dichiara: “Sembra che la tua gestione alla guida dell’azienda stia iniziando a dare i suoi frutti.” Tasio, umile ma determinato, ringrazia, ma poi riporta l’attenzione sulla protagonista odierna: “Ma non distogliamo l’attenzione dalla vera protagonista di oggi: Cristina. Sarebbe giusto cederle la parola, se volesse aggiungere qualcosa.”


Ed è qui che il castello di carte inizia a sgretolarsi. Cristina, con una voce che porta il peso di decisioni irrevocabili, dichiara: “La verità è che vorrei chiarire una cosa. E credo che prima sia meglio, per tutti. Come alcuni già sanno, per motivi personali ci sono stati molti cambiamenti nella mia vita. Sto valutando seriamente l’idea di lasciare il mio posto in fabbrica.” Luis, incredulo, esclama: “Ma cosa dici?” Cristina, con ferma determinazione, continua: “Sì, sono quasi decisa. Credo sia il meglio per la mia vita e anche per la mia carriera. Non mi vedo come un’imprenditrice, quindi sono disposta a vendere le mie azioni.”

Luis insiste, cercando un barlume di esitazione: “Un momento. Sei completamente sicura?” Lei annuisce, il suo sguardo incrollabile: “Molto sicura. Sì. E sono anche convinta che qualche socio sarà interessato ad acquistare la mia quota.” Joaquín, con un misto di speranza e preoccupazione, interviene: “La mia famiglia sarebbe entusiasta di acquistare le tue azioni, ma in questo momento non abbiamo quella liquidità a causa dell’aumento di capitale della società.” Tasio, con rammarico, ammette: “Neanch’io posso occuparmi di questa compravendita.”

È Damián a rompere il silenzio teso: “Beh, io sarei interessato alla tua quota, Cristina. Se ti va bene, preparerò un’offerta nei prossimi giorni.” Cristina annuisce, mentre Joaquín e Luis osservano con crescente apprensione la prospettiva che Damián diventi un azionista di maggioranza. La loro preoccupazione si fa tangibile nel laboratorio, dove Joaquín affronta Luis: “Sai cosa significa questo, vero? Che ‘quelli della Regina’ potrebbero recuperare il controllo totale dell’azienda.” Luis, disperato, risponde: “E cosa vuoi che faccia? Abbiamo appena venduto le terre per far fronte all’aumento di capitale e non abbiamo abbastanza denaro per fare a Cristina una proposta minimamente accettabile per la sua percentuale.”


Joaquín, con ardore, insiste: “Allora io dico che dovremmo cercare di evitare quella vendita a tutti i costi.” Luis, seppur comprensivo, replica: “Joaquín, so dove vuoi arrivare, ma non puoi chiedermi questo.” Joaquín non si arrende: “Luis, tu sei l’unico che può convincere il tuo aiutante. Spiegagli che vendere quelle azioni a Damián è la peggior cosa che potrebbe fare per l’azienda e per te.” Luis Coco, inizialmente reticente, ammette: “No, Joaquín, non penso di approfittare della nostra situazione personale per fare una cosa del genere.”

La tensione sale mentre Joaquín indaga: “A quale situazione ti riferisci? Per quanto ne so, tra te e Cristina tutto è stato chiarito.” Luis, con un moto d’indignazione, ribatte: “Mi prendi per stupido? Sai benissimo che Cristina prova ancora qualcosa per me. Non mi sembra etico. Anzi, mi sembra meschino sfruttare questo a nostro favore.” Joaquín, con un’ultima preghiera, dichiara: “Beh, Luis, non ti disturbo oltre. Pensa solo a quello che ti ho detto e agisci di conseguenza, d’accordo?” In quel preciso istante, Cristina entra nel laboratorio, costringendo Joaquín a ritirarsi silenziosamente.

Cristina, con un sorriso discreto, annuncia: “Sono venuta solo a cercare le erbe per il sapone.” Luis, cercando di mantenere la calma, risponde: “No, tranquilla, non preoccuparti. Senti, a proposito, come sta Pepe?” Lei risponde, con un tono più sollevato: “Abbastanza meglio. Luz è stata molto gentile a lasciarlo restare nell’appartamento del dispensario in questi giorni.” Luis, con un sorriso genuino, afferma: “Meno male, ne sono molto felice. Senti, scusami, non voglio essere insistente, ma sei completamente sicura di voler vendere quelle azioni?”


Cristina, con uno sguardo fisso all’orizzonte, rivela i suoi sogni: “Così potrò andare a Gras, che è quello che volevo. E chi lo sa, forse potrò continuare la mia carriera in Francia, lavorando per una profumeria delle grandi.” Luis cerca un’ultima volta di farle cambiare idea: “Beh, anche qui sei in una delle grandi. Voglio dire, Cristina, ora che hai delle azioni, hai tutto a tuo favore. È un peccato che sprechi questa opportunità.” Cristina, con una tristezza celata, risponde: “Luis, entrambi sappiamo che la cosa migliore è che io vada. Ne abbiamo già parlato, quindi per favore, non fingere che non mi tolga un peso.” Luis tenta un’ulteriore interruzione, ma lei lo precede: “Che non… non c’è bisogno di dire altro. La decisione è già presa e mi dispiace. Sì, a volte ti carico addosso i miei problemi.”

Nel frattempo, nella lussuosa dimora della famiglia De la Reina, Gabriel irrompe, l’ira che gli brucia negli occhi: “Ultimamente non esco molto contento dalla fabbrica. Se resto un minuto di più, finisco per strangolare qualcuno.” María, con un’espressione preoccupata, lo interroga: “Vuoi raccontarmelo?” Gabriel, con voce roca, confessa: “Ho incontrato Damián mentre uscivo da una riunione di soci. Ha detto che Cristina vuole vendere le sue azioni.” María, con sarcasmo, commenta: “Beh, allora si è divertito. Avrei dovuto esserci.” Gabriel, con il volto segnato dall’ansia, aggiunge: “La cosa peggiore è che Damián vuole comprarle.”

María, con un’ironia tagliente, incalza: “Bene, e cosa ti preoccupa? Se il tuo piano è affondare l’azienda, più Damián avrà investito, meglio sarà per te.” Gabriel, con un sospiro profondo, ammette: “Sì, lo so, ma non mi piacciono le sorprese. Inoltre, con mio zio non si sa mai. Vedo che anche tu sei preoccupata per Andrés.” María, con un sospiro disperato, confessa: “Ieri abbiamo discusso. Non dovresti raccontarmi certe cose, e tanto meno i tuoi sospetti su Begoña. Mi fai perdere il controllo.” Gabriel, con fermezza, chiarisce: “Ti ho già detto che non c’è niente tra loro. Begoña non commetterà più quell’errore.” María, con la voce spezzata, lo affronta: “Ma hai seminato quell’idea in me e mi sono sgretolata davanti a lui.”


Gabriel, con un avvertimento severo, la mette in guardia: “María, ascoltami bene. Devi controllarti, altrimenti finiremo entrambi nei guai.” María insiste: “È che non vedi come bisbigliano tutto il tempo per casa, proprio come prima?” Ed è in quel momento che Gabriel sgancia la bomba: “Begoña è incinta. Aspetta un mio figlio. Questo spiega perché era così distante con me. Mi sono messo a cercare fantasmi dove non ce n’erano.” María, scioccata, chiede: “Ma Andrés lo sa questo? E da quando è incinta? Perché magari Begoña e Andrés…” Gabriel la interrompe, categorico: “Non osare pensare quello che stai pensando. Begoña non è come te.” María, con il cuore spezzato, replica: “Già vedo. Che immagine hai di me?” Gabriel, con un freddo distacco, ammette: “A questo punto, ti sorprende?”

María, ferita, dichiara: “No, non mi sorprende. E se vuoi fidarti di Begoña, fa’ pure. Ma dimmi, Andrés lo sa o non lo sa?” Gabriel, con un’espressione seria, risponde: “No, non lo sa, e spero che rimanga così. Non posso permettermi di perdere il controllo. Brosard mi sta mettendo pressione e ho bisogno di avere la strada libera per dare il colpo definitivo.” María, con un filo di ironia, commenta: “Vedo quanto ti fidi di me.” Gabriel, con pragmatismo, risponde: “Mi fido che non lo dirai ad Andrés. Un’indiscrezione manderebbe tutto all’aria.”

Proprio in quel momento, Andrés entra nella stanza: “María, vado in fabbrica.” Una chiamata telefonica interrompe il loro dialogo. Andrés si affretta a rispondere: è Joaquín, che lo informa di un nuovo problema sorto con le caldaie della fabbrica. Al termine della chiamata, Andrés si prepara a uscire di fretta, ma Gabriel lo ferma. “È successo qualcosa in fabbrica?” Andrés risponde: “Era Joaquín. È sorto un problema nella sala caldaie e vado a dare un’occhiata.” Gabriel, con un’espressione di crescente interesse, chiede: “Nella sala caldaie?” Andrés, con un’incertezza appena velata, replica: “Sì, spero non sia nulla.” María, con la sua consueta ironia, aggiunge: “Chi meglio di un ingegnere per sapere cosa sta succedendo.”


Gabriel, con un pretesto sottile, lo trattiene nuovamente: “Aspetta, Andrés, anch’io devo andare in fabbrica. Se vuoi, andiamo insieme.” Andrés annuisce, e i due si allontanano, uniti da un’alleanza precaria, diretti verso un futuro incerto, dove le fiamme delle caldaie potrebbero riflettere le fiamme che bruciano nei loro cuori. Il destino della fabbrica, e forse delle loro stesse vite, è ancora da scrivere.